Già operativo il provvedimento adottato dall’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati e illustrato dal vicepresidente, on. Rocco Buttiglione. In concreto è stato deciso un taglio con effetti immediato di circa 1.300 euro lordi (700 € netti), dalle retribuzioni dei 630 deputati. Inoltre, sempre con decorrenza immediata, si passa al sistema contributivo. Questo taglio è significativo perché vuol dire che le pensioni saranno pari a circa la metà di quanto fino a oggi percepito.
Il passaggio al sistema previdenziale contributivo inoltre è esteso a tutti i dipendenti di Montecitorio, ulteriore drastico taglio alle spese della politica nazionale. Soprattutto rappresenta finalmente quel piccolo esempio di cui il popolo italiano e l’Europa hanno bisogno.
Nel frattempo anche il Governo ha deciso un’accelerazione sul fronte dei tagli ai costi della politica, con uno schema di provvedimento trasmesso oggi da Mario Monti ai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, il premier chiede che si legiferi urgentemente in materia di limite massimo retributivo dei dipendenti pubblici, come previsto dal decreto “Salva Italia”. E così si è rivolto nella nota di Palazzo Chigi il premier: “‘Il governo Monti è pienamente consapevole dell’importanza del contenimento dei costi degli apparati burocratici. Dal buon esito dell’operazione dipendono sia il successo dei programmi di risanamento dell’economia, sia quello degli stimoli alla crescita e competitività…Il dl è in linea con gli scopi che il governo si è prefissato…eliminare o quanto meno ridurre gli sprechi connessi alla gestione degli apparati amministrativi“.
E ancora, si legge nel comunicato: “Il provvedimento si fonda su due principi: 1) Il trattamento economico complessivo del primo Presidente della Corte di Cassazione diventa il parametro di riferimento per tutti i manager delle pubbliche amministrazioni. In nessun caso l’ammontare complessivo delle somme loro erogate da pubbliche amministrazioni potrà superare questo limite. 2) Per i dipendenti collocati fuori ruolo o in aspettativa retribuita, presso altre pubbliche amministrazioni, la retribuzione per l’incarico non potrà superare il 25% del loro trattamento economico fondamentale…Resta valido il tetto massimo indicato in precedenza. Lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri verrà sottoposto al preventivo parere delle competenti commissioni di Senato e Camera. Contestualmente, la Ragioneria generale dello Stato indicherà le modalità di versamento al Fondo per l’ammortamento dei Titoli di Stato delle risorse rese disponibili dall’applicazione dei limiti retributivi stabiliti dalla norma. Le risorse così risparmiate non potranno andare a copertura di altre spese”.
Luigi Asero